Festa Titolare Contrada del Leocorno

La Festa non Festa

Ricorderemo, un domani, quest’anno duro e difficile che ha sconvolto il mondo intero. Lo ricorderemo per come ha condizionato e modificato anche le nostre consuetudini di vita Contradaiola.
Ci ha tolto la pienezza della Festa Titolare, quel momento cosi atteso per un anno interno e cosi importante culmine del nostro modo di essere.
Senza convivialità e socializzazione si perde quel modo di fare Contrada.
Sì, perché la Contrada nel suo insieme è soprattutto il suo popolo. Che ama ritrovarsi , stringersi in abbracci, gioire e cantare. Questo mancherà.
Come mancheranno quei suoni a noi così cari dello schioccare della seta delle bandiere e del rullare dei tamburi,
mancherà quel riverbero di suono di tamburo la domenica sera nell’andare a letto, come se la giornata non volesse mai finire cullandoti nel cercare un sonno ristoratore.
Mancheranno le vesciche ai piedi, perché la tradizione vuole di non trovare mai un paio di scarpe comode.
Mancheranno le “gallociole” alle mani perché da quando ci si fa grandi il tempo per allenarsi è sempre meno.
Mancherà quel cerchio alla testa, al risveglio della domenica, sinonimo di quella voglia di stare insieme anche di fronte a un bicchiere di vino.
Mancherà il colpo d’occhio nel vedere tutta la contrada col fazzoletto al collo, perché per il palio, mica tutti lo portano, tanto lo sanno di che contrada sei.
Mancherà quell’emozione nell’attraversare la città , nel rendere omaggio alle consorelle, nel mostrare a tutti quei colori, i tuoi colori, testimoni del senso di appartenenza che ci fa camminare a dieci centimetri da terra.
Mancheranno gli occhi lucidi nel vedere piazza del Campo ricolma di bianco e d’arancione.
Mancheranno gli sguardi degli anziani nel vedere una Contrada che va avanti , che si rinnova, ma che mantiene salde le sue tradizioni, piena di bambini e di giovani.
Mancherà il rientro in Chiesa , tra le ali vibranti dei tamburi tutto un popolo in festa , il Te Deum conclusivo con il finale a noi caro…..
Mancherà tutto questo e tanto ancora ma di sicuro non mancherà quella voglia di tenere salde le nostre tradizioni , di fare quadrato e nel saper riprendere la giusta via che piano piano tornerà a restituirci tutto quanto.

Francesco Romei

Francesco Romei

Roberto Leoncini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SANTO PATRONO CONTRADA DEL LEOCORNO

La Festa titolare della Contrada del Leocorno viene celebrata in onore di San Giovanni Battista. Nella liturgia della Chiesa Cattolica ricorre il 24 giugno.

La leggenda vuole che la Chiesa di S. Giovannino della Staffa, ove attualmente ha sede l’Oratorio della Contrada del Leocorno, sorgesse sulle rovine di un antico tempio di Giove. La chiesa sorse a partire dalla prima metà del Cinquecento su di un più antico edificio romanico dedicato a san Giovanni Battista, del XIII secolo. I committenti furono la Compagnia Laicale di San Giovanni Battista e l’artefice fu probabilmente Giovanni Battista Pelori, allievo di Baldassarre Peruzzi. La facciata in cotto fu una delle prime cose ad essere costruite, realizzata dallo stesso Pelori nel 1537, rimaneggiata nel 1600 e 1700 ma poi restituita al suo aspetto originario da un ripristino purista della seconda metà del XIX secolo.

La costruzione della chiesa si protrasse per tutta la seconda metà del Cinquecento e alla fine del secolo si cominciò a lavorare all’interno della chiesa, a partire dai banconi del coro realizzati nell’ultimo decennio del secolo. Tra il 1599 e il 1649 la Compagnia fece affrescare la volta, commissionò l’altare e dotò le quattro pareti della chiesa di ben quindici tele raffiguranti Storie della vita di san Giovanni Battista, dipinte dai più famosi artisti senesi del periodo.

La contrada del Leocorno utilizzò dapprima una cappella interna della chiesa per le proprie riunioni. Questo avvenne in due riprese, tra la fine del Seicento e il 1720 e tra il 1776 e il 1869, per gentile concessione della Compagnia di San Giovanni Battista. A partire dal 1869, essendosi la contrada spostatasi nella vicina Chiesa di San Giorgio, la chiesa fu officiata dalla Diocesi senese, per poi tornare definitivamente in uso alla contrada nel 1966, grazie ad una convenzione stipulata con la stessa Diocesi

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