Festa Titolare Contrada Priora della Civetta

Questa è una domenica di silenzio. Lungo le strade millenarie non risuonano le voci dei tamburi, non il fruscio delle bandiere rivolte al cielo, non il canto del popolo, del mio popolo. Mi muovo tra le vie, scendendo dal Castellare verso il Chiasso Largo, la Torre che appare oggi come una ferita rivolta verso le nuvole. Passeggio quasi fossi un estraneo in questa città che, come una bella addormentata, lentamente si sta risvegliando da un maleficio spezzato non a fil di spada, ma con la determinazione ed il senso di responsabilità tipico dei senesi. Ritorno con la mente ai mesi passati, chiusi dentro alle nostre case schermate da barriere contro un nemico invisibile. È stata una vita sospesa, piena di assenze. Penso a tutto quello che è mancato: le sere insieme agli amici passate nei locali dell’Economato a sistemare i tamburi per la Festa, le mani impegnate a disegnare punti sulla seta, le risate dei cittini durante gli allenamenti, una birra in Società a parlare di cavalli, fantini e strategie paliesche. Quelle piccole cose a cui non avevo mai dato il giusto peso prima che venissero a mancare. Ma non è forse sempre così? Ci accorgiamo del valore di ciò che abbiamo proprio quando stiamo per perderlo. La vita è strana, in bilico costante tra gioie e dolori, tra presenze ed assenze.

Oggi è un giorno malinconico, dove il peso di quello che manca si fa schiacciante e toglie il fiato. Ma domani tornerà la passione, torneranno i canti, tornerà l’allegria. Siena è una città speciale e magica che risveglia quotidianamente il passato per scaraventarlo nel futuro. Domani questa ferita, in questo momento così esposta, sarà sanata. Lo so con una certezza irrazionale, eppure vera. Rivolgo di nuovo lo sguardo alla Torre, si ode di lontananza il suono delle campane, l’orologio batte il suo tocco. Per forza e per amore.

Ferruccio Valacchi

Ferruccio Valacchi

Umberto Sampieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SANTO PATRONO CONTRADA PRIORA DELLA CIVETTA

La Festa titolare della Contrada Priora della Civetta viene celebrata in onore di Sant’Antonio da Padova. Nella liturgia della Chiesa Cattolica ricorre il 13 giugno; Sant’Antonio da Padova è patrono del Portogallo, del Brasile e della Custodia di Terra Santa, oltre che di numerose città. La Contrada Priora della Civetta, insieme a Sant’Antonio di Padova, ha annoverato nel 2009 San Bernardo Tolomei come Compatrono, canonizzato il 26 aprile dello stesso anno, con la partecipazione a Roma in Piazza San Pietro del popolo e della Comparsa della Civetta.

L’Oratorio della Contrada Priora della Civetta, consacrato nel 1945, si trova in via Cecco Angiolieri, sul lato sinistro della strada che scende da Piazza Tolomei verso S. Vigilio. In origine la Civetta officiava le proprie cerimonie nella chiesa di S. Pietro in Banchi, detta popolarmente di S. Pietro Buio perché poco luminosa. La chiesa, collocata tra Banchi di Sotto e via di Calzoleria, oggi non è più esistente, poiché la parrocchia fu soppressa in conseguenza delle riforme Leopoldine di fine XVIII secolo e l’immobile fu adibito ad abitazioni private. La Civetta officiò in S. Pietro fino al 1786, successivamente la Contrada chiese ed ottenne di poter celebrare le proprie funzioni religiose nella Chiesa di S. Cristoforo in Piazza Tolomei, dove rimase fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Nei primi anni del ‘900, molti contradaioli sentirono la necessità di acquisire un luogo dignitoso e definitivo, che ponesse fine ai continui spostamenti e, nel 1932, venne nominata una “Commissione incaricata di trovare un locale adatto alla sede della Contrada”. Poco tempo dopo fu individuato un immobile costituito da tre stanze su due piani che fino a quel momento era una falegnameria. L’oratorio della Contrada, consacrata in questi nuovi ambienti solo nel 1945 a causa della Seconda guerra mondiale, si trova all’interno del Palazzo anticamente appartenente alla consorteria degli Ugurgieri. L’immobile della potente famiglia è una struttura di metà XIII secolo ed originariamente era protetta da una alta torre facente parte del Castellare degli Ugurgieri. Questo spazio costituì il primo nucleo di proprietà della Contrada dove fu realizzato l’Oratorio e attorno al quale, nel corso di vari decenni, fu realizzato il museo della Contrada, il cui ultimo ampliamento risale al 2017. Al suo interno si trovano alcune opere di Galgano Perpignani, tra cui un olio su tela di grandi dimensioni eseguito verso il 1730 e intitolato Visione di Sant’Antonio da Padova; un altro olio su tela intitolato Sant’Antonio da Padova con il Bambino Gesù e raffigurante il Santo con in braccio il Bambino, realizzato sempre per mano del Perpignani, faceva originariamente parte degli arredi sacri di proprietà della Contrada quando essa officiava nella chiesa di S. Pietro alle Scale in Banchi. A tali opere si aggiungono un dipinto su tavola a fondo oro raffigurante Sant’Antonio ritratto in abito francescano con Gesù Bambino in braccio e il giglio in mano e una tempera policroma su tavola che ha come soggetto l’Immacolata Concezione eseguite per mano di Fiorenzo Joni. Sull’altare sono esposte le statue (realizzate in gesso e tela argentata e dipinta con un’armatura di legno e fibra vegetale, poste su una base in legno intagliato, dorato e dipinto) del Santo Bernardo Tolomei in veste monacale e sostenente un teschio, quale cofondatore della Congregazione Benedettina Olivetana, e di San Bernardino da Siena, accompagnato dalla consueta tavoletta col trigramma YHS del nome di Gesù. Riguardo alla statua del Santo Bernardo Tolomei, c’è un aneddoto molto simpatico che si lega alla presenza di un fazzoletto della Contrada sulle sue spalle. Chi ha visitato l’Oratorio avrà notato questa particolarità, che ha una spiegazione. Il Palio del 16 agosto 2009, dedicato alla canonizzazione del Beato da poco reso co-protettore della Contrada, fu vinto dalla Civetta dopo ben trent’anni di astinenza (l’ultima vittoria risaliva al 1979, nella Carriera dedicata al poeta Cecco Angiolieri). Per onorare il Santo fu posto sulle sue spalle questo segno di gratitudine che tuttora è lì a rimembranza dell’evento. Infine, alla sinistra dell’ingresso si trova il Monumento ai Caduti della Grande Guerra. Monumento composto da scultura bronzea (soldato morente) e basamento in pietra serena con iscrizione (1922).  Ai lati due formelle in bronzo ricordano dal 1955 i Civettini caduti nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Il 16 agosto 1718, poi, la Civetta fu l’unica delle Contrade a salutare la comparsa dell’Aquila, riconoscendole il diritto, dalle altre ignorato, a partecipare al Palio; questo evento ha portato ad un’alleanza che nel 2018 ha festeggiato i suoi 300 anni e per onorarla è stata posta nell’Oratorio una lapide commemorativa.

[1] Alcune informazioni sono riprese dai testi di Alberto Fiorini

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