Festa Titolare Contrada del Drago

Le rondini! Il loro cinguettio mattutino è il preludio ai primi rulli di tamburo, ogni sacrosanta ultima domenica di maggio.

Ancora frastornato per il lungo sabato appena trascorso, mi trascino maledicendomi e giurando a qualcuno che incontro già monturato per le scalette di Contrada che questa è l’ultima volta. Invece puntualmente, come le rondini nel pieno della primavera, non posso farne a meno ed eccomi ancora: gli odori delle sale, non umani a fine giro, le battute solite, i visi stanchi, qualche giovane visto agli allenamenti che mi sorride complice ed emozionato, bandolera, cappello rigorosamente della misura sbagliata e calzamaglia che toglie il fiato, mazze, tamburo e mal di testa.

Comincia il giro: il modo, forse più scomodo ma più emozionante per godersi la città, per scoprire dettagli che rendono unico ogni rione. Il rinfresco dell’alleata, poi una prospettiva eccezionale per vedere l’estrazione. Infine il rientro. Togliersi la montura é quanto di più liberatorio, come mettersela é quanto di più masochista. Sono esausto ma inspiegabilmente orgoglioso e fiero. Che il giallo, rosso e verde siano davvero “magici color” ?

Mi mancherà quella maledetta emicrania, come se con questa, ogni volta, dovessi espiare la colpa di tanta piacevolezza vissuta per “il mattutino”, l’appuntamento più intimo di ogni contradaiolo, con i suoi canti e i suoi rituali, gli amici cari venuti dai loro esili extra moenia, via del Paradiso che odora di Sangiovese. La Festa Titolare è l’essenza di un anno intero, lontana dalle logiche più caotiche e mondane del palio. In soli due giorni, quest’anno, un vuoto incolmabile.

Francesco Gerardi

Giovanni Sportoletti

Francesco Gerardi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SANTA PATRONA CONTRADA DEL DRAGO

La Santa Patrona della Contrada del Drago è Santa Caterina, vergine e dottore della Chiesa.

Il legame tra la Santa senese e la Contrada nasce dal fatto che Caterina, appartenente all’Ordine Domenicano, era solita recarsi a pregare nella Basilica di San Domenico, sita nel cuore del territorio del Drago, Basilica che, denominata cateriniana, conserva al suo interno parti delle reliquie della Santa (il cranio e il dito, mentre il resto del corpo si trova a Roma nella chiesa della Minerva).

Anche l’Oratorio della Contrada è dedicato a Santa Caterina. La chiesa fu edificata nel 1479 dalle monache di Santa Caterina del Paradiso. L’aspetto attuale in stile barocco, figlio di numerosi rifacimenti, è databile tra il 1620-1626 per Decreto Granducale è diventato Oratorio della Contrada del Drago nel 1787.

L’interno, riccamente decorato, conserva numerose opere d’arte, tra cui di rilievo spiccano il busto di Santa Caterina in terracotta policrama di Lorenzo di Mariano, detto il Marrina, risalente al 1521-1524.

L’altare maggiore e gli altari laterali ospitano opere di Vincenzo e Francesco Rustici (Pietà e Santi del 1613), Domenico Manetti (La Vergine e le Sante Maria e Maddalena e Caterina d’Alessandria con l’immagine di San Domenico in Soriano del 1648), Raffaello Vanni (Matrimonio mistico di Santa Caterina del 1650).

L’altare maggiore conserva anche la venerata Madonna della Tegola di artista ignoto del 1600 che costituisce l’immagine mariana “ufficiale” della Contrada.

La particolare singolarità dell’opera, è di essere dipinta direttamente su una tegola in terracotta; per tradizione infatti si annota che: “l’immagine che troviamo in una tegola della SS.ma Vergine collocata al presente nella Cappella della Chiesa di Sotto per tradizione delle nostre antiche sorelle si dice sia stata scolpita in detta tegola miracolosamente […] in una grave occorrenza e necessità di questo nostro monastero” (Archivio di Stato Conventi 1160, c. XXVIII del 1719).

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